Unusual Architecture + Urban Design

14-30 Rue de l'Ort en Salvy, 81000 Albi, Francia: [HAVVADA ISLAND BY DROR]
Havvada Island

Città ideali, città futuriste e città invisibili, sono nei sogni degli uomini da sempre. I protagonisti si chiamano Leon Battista Alberti, Antonio Sant’Elia e anche Italo Calvino, Thomas More e Tommaso Campanella, ma anche Étienne-Louis Boullée o lo stesso Aldo Rossi, grandi interpreti della storia ma che non rinunciavano a descrivere il proprio immaginario idealismo con progetti e realizzazioni avveniristiche.

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Talvolta capita anche di mettere in atto le proprie visioni come capitò a Le Corbusier a Chandigarh o a Brasilia dove l’urbanista Lucio Costa, l’architetto Oscar Niemeyer e il pittore Roberto Burle Max realizzarono quella che definirono “la città perfetta”.

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Ognuno, con i propri ideali, è figlio del tempo perché interpreta e sintetizza un pensiero alto che percorre il momento storico. Ciò rende ancora più ideale una idea simile oggi, nell’epoca del virtuale le città futuristiche vengono realizzate solo nei film o videogiochi e al massimo siamo in grado di realizzare il Pacific Trash Vortex, l’isola dei rifiuti che si è creata nell’Oceano Pacifico tra il Giappone e l’Hawai grande circa due volte il Texas.

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Ecco perché il progetto dello studio Dror rievoca questo mondo immaginario cercando di coniugarlo con tecnologie e metodologie che prima erano impensabili ed impossibili. L’occasione è data dalla realizzazione di un nuovo canale, lungo 50 km e largo 150 metri per 1 miliardo di metri cubi di terra, per alleggerire il traffico di navi a pochi chilometri da Istanbul per 2023 in concomitanza delle celebrazioni del primo centenario della Repubblica.

Havvada Island

Realizzare con il terreno ricavato una isola artificiale con 6 colli, concepiti come mega-cupole geodetiche, con un sistema di abitazioni anulare a terrazzamenti che si integra nel verde, lungo le pendici delle colline, inteso anche come ecologia sia per quanto riguarda il risparmio energetico che per la mobilità, esclusivamente elettrica.

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L’idea di fondo amalgama vari riferimenti storici, la Grecia, Roma e il Rinascimento, con altri tecnologici, Buckminster Fuller, o modulari con il loro struttura QuaDror, con indicazioni di sostenibilità ambientale e riutilizzo delle risorse cercando di ricreare un ecosistema funzionale e vivibile.

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Un mix hight-tech, forse anche fattibile, ma manca di idealismo e utopia che rendono affascinante ed integrante l’idea con una propria visione politica, con forme di autogoverno, o sociale, uomini liberi e giusti, o economica, senza denaro e autosufficienti, o qualsiasi altra ipotesi che catturi la mente e ci faccia realmente distaccare la realtà del quotidiano.

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Senza di questo aspetto tutto diventa freddo e asettico e, perché no, anche immobiliaristico come una sorta di villaggio vacanza, anche se l’idea rievoca quello spirito idealista che abbiamo soffocato e quindi ci piace.

Havvada Island
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